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di TheWriter
25.02.2021    |    8.551    |    3 10.0
"La collega la guardò con un'espressione di gioia, come quella di una bambina a cui hanno appena regalato un gioco nuovo..."
Anche questo racconto è ispirato ad una coppia presente qui su A69. Ringrazio Luciano per il supporto e sua moglie per aver fatto da musa.



“Quanti ne mancano?” domandò Sofia
“Questi sono gli ultimi due. Poi abbiamo finito il secondo giro di interviste” rispose Alessandra.
“Va bene, inizia ad andare. Io finisco di leggere e poi ti raggiungo” disse mentre con lo sguardo scorreva le cartelle sul monitor del portatile.
Alessandra prese alcuni fogli dalla scrivania e, accompagnata dal rumore dei tacchi sul parquet, uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Prima di incontrare i candidati, Sofia voleva riguardare i loro cv. Alessandra era in gamba, ma non lo era ancora abbastanza da riuscire ad individuare le piccole incongruenze che solo un occhio allenato può riconoscere. L'omissione di una data, la superficialità di una descrizione, il modo di esporre determinate esperienze e non altre, erano tutti indizi che permettevano di riconoscere possibili carenze da approfondire successivamente.
Negli ultimi anni, pur non occupandosi direttamente delle selezioni, aveva sempre cercato di mantenere allenata quella capacità di analisi e per questo, di tanto in tanto, sceglieva di essere presente ai colloqui. In quell'occasione, poi, la persona scelta sarebbe diventata l'assistente personale di uno dei soci e se la valutazione non fosse stata fatta in maniera accurata, l'ufficio del personale ci sarebbe andato sicuramente di mezzo.
"Ecco qui" mormorò tra sé e sé mentre con un dito torturava il labbro inferiore.
Il primo dei due candidati sembrava avere tutte le carte in regola. Laurea conseguita presso una prestigiosa università, un master all'estero, alcune esperienze di rilievo in compagnie internazionali, conoscenza perfetta di tre lingue straniere. Il quadro che emergeva era solido e descriveva il candidato ideale per la posizione.
Il secondo cv, invece, era decisamente meno entusiasmante. Sia dal punto di vista della formazione che delle esperienze lavorative, presentava una serie di lacune e incongruenze che non promettevano nulla di buono. Alcuni passaggi, poi, davano l'impressione di essere stati copiati per intero, in quanto sia lo stile che la scelta dei termini erano abbastanza diversi dai paragrafi precedenti. Sofia si chiese come avesse fatto quella persona a superare il primo turno di selezione.
Dopo aver chiuso il portatile, si alzò in piedi, aprì la porta, e percorse a passo deciso il corridoio che portava alla sala dei colloqui, quindi entrò.
"Buongiorno" - disse sorridendo mentre porgeva la mano al primo candidato.
Alzandosi in piedi, il ragazzo rispose al saluto e, dopo averle stretto la mano, si rimise seduto mentre Sofia prendeva posto accanto alla collega.
Dopo una decina di minuti passati ad ascoltare domande e risposte, Sofia cominciò a pensare ad altro. Con lo sguardo alla finestra, si incantò a guardare la cima degli alberi di tanto in tanto i palazzi in lontananza. Pensò che se il tempo fosse rimasto così bello, nel fine settimana, sarebbe potuta andare al mare con Luciano. Istintivamente posò gli occhi sul ginocchio a cercare, inutilmente, il colore della pelle nascosto dalle calze. Cinquanta anni compiuti da poco, bionda, un corpo che decisamente contrastava con il fisico minuto e quasi anoressico di Alessandra, Sofia era una donna splendida. In ufficio ormai erano abituati alla sua presenza, ma difficilmente chi non l'aveva incontrata in precedenza poteva rimanere insensibile al suo fascino. Anche quando non era vestita in maniera provocante, il seno generoso, le gambe ed il fondoschiena, finivano per catturare gli sguardi degli interlocutori. Da giovane questa avvenenza le aveva creato non pochi problemi, ma successivamente tutte le sue qualità erano state riconosciute e ormai, da tempo, era considerata un asset fondamentale dell'azienda.
"Tu hai domande Sofia?" - sentì chiederle da Alessandra
Volgendo lo sguardo verso il ragazzo, mise a confronto quello che aveva immaginato con ciò che aveva davanti e concluse, con soddisfazione, che non c'erano molte differenze.
"Perché le interessa questa posizione? È un lavoro da assistente, e lei invece ha ricoperto ruoli con responsabilità sicuramente maggiori " disse mantenendo lo sguardo su di lui.
Il ragazzo pensò per un attimo alla risposta migliore da dare e quindi disse
"Spero che questa esperienza mi possa successivamente aprire la strada per una carriera nel settore marketing all'interno del vostro gruppo".
Sofia sorrise senza che lui riuscisse a capire se la risposta data era stata valutata positivamente oppure no.
Con uno sguardo Sofia fece capire alla collega che il colloquio poteva terminare lì.
Alessandra accompagnò il ragazzo fuori dalla stanza, assicurandogli che a breve sarebbe stato contattato per sapere l'esito dell'incontro.

Per circa un minuto Sofia rimase nella stanza da sola e riprese a guardare fuori della finestra.
Pensò che avesse sbagliato a mettere le calze perché ormai era già troppo caldo. Se fossero andati al mare, avrebbe chiesto a suo marito di portarla in quella spiaggia poco frequentata in modo da poter prendere il sole senza costume. Odiava i segni sull'abbronzatura.
I suoi pensieri furono interrotti da Alessandra, che entrando nuovamente nella stanza, indicò al secondo candidato la sedia vuota.
Sofia rimase piacevolmente impressionata da quello che vide. Dietro alla collega era comparso un ragazzo alto, moro, con il viso dai lineamenti perfetti ed un fisico strepitoso esaltato da un completo sicuramente fatto su misura.
"Buongiorno" disse Stefano mostrando i denti bianchissimi mentre si accomodava sulla sedia diventata improvvisamente troppo piccola.
"Buongiorno" rispose Sofia, realizzando finalmente come mai quel tipo era riuscito ad arrivare al secondo colloquio.
Mentre Alessandra si infervorava nel descrivere le mansioni previste nel caso in cui lui fosse stato scelto, Sofia accavallò lentamente le gambe avendo cura di far salire il vestito abbastanza in alto in modo da lasciar scoperta una generosa porzione delle sue cosce. Nonostante il fatto che non indossasse abiti particolari, quel giorno Sofia era comunque uno schianto. Scarpe con il tacco alto, collant neri sotto un vestito rosso, molto corto, che le esaltava il seno pur lasciandolo interamente coperto. A completare il tutto, un copri spalle, anch'esso nero, su cui risaltavano i capelli color miele.
Con piacere Sofia si accorse che quel movimento non era passato inosservato. Stefano cercava di mantenere lo sguardo sulla collega, ma, ogni tanto, gli occhi si spostavano leggermente, in maniera tale che potesse avere un assaggio delle sue gambe.
A Sofia piaceva piacere. Adorava il fatto che gli uomini la guardassero con desiderio, che cercassero con smania il suo sguardo per trovare, o illudersi di trovare, la conferma di una complicità che poteva significare il via libera verso il piacere, verso la possibilità di stringere i suoi seni o baciare gli angoli più intimi della sua pelle.
Le era sempre piaciuto. Ricordava benissimo la prima volta che se ne era accorta. Aveva da poco compiuto 14 anni ed era al mare per le vacanze. La famiglia aveva affittato una villetta proprio a ridosso della spiaggia e, un pomeriggio, mentre era sotto la doccia intenta a lavare via il sale prima di rientrare in casa, aveva notato un uomo che la osservava con attenzione. Il suo corpo, anche se ancora acerbo, era già ben sviluppato e le sue curve, per quanto nascoste sotto i vestiti di un'adolescente, già attiravano gli sguardi vogliosi degli adulti. Scaldata da quelle occhiate più che dal sole ormai all'orizzonte, non era scappata via. Al contrario. Sotto il getto dell'acqua gelida, che le aveva fatto immediatamente svegliare i capezzoli, aveva accarezzato più del solito le gambe, e offerto a lungo la schiena ed il sedere alla vista di quello sconosciuto, piegandosi in avanti per far finta di togliere la sabbia dai piedi. Poi, prima di allontanarsi verso casa, posizionandosi in maniera tale che lui potesse vedere bene, aveva infilato due dita al lato della mutandina scostandola quel tanto che consentisse di rivelare il suo sesso innocente. In quella posizione era rimasta qualche secondo, facendo scorrere un dito sulla fessura. Quindi era corsa ridendo verso casa, consapevole di aver appena scoperto il suo potere sugli uomini.
Il colloquio andava avanti ma Sofia sapeva benissimo che Stefano non era adatto a quel ruolo. Avrebbe potuto chiudere subito, ma perché perdersi lo spettacolo di Alessandra che, sicuramente attratta da quel corpo imponente, con sguardo sognante pendeva dalle sue labbra.
Accavallando le gambe nel verso opposto, Sofia poggiò una mano sul ginocchio e con le unghie stuzzicò leggermente il tessuto delle calze.
"Possiamo darci del tu?" disse d'un tratto attirando ancora di più la sua attenzione.
"Certo" rispose lui, finalmente libero di guardarla senza sotterfugi
"Considerato il tipo di posizione, cerchiamo qualcuno che sia disposto a dedicarsi completamente al lavoro. Dal tuo cv vedo che hai molti interessi, la fotografia, la musica, hai indicato anche che giochi a pallanuoto a livello professionistico."
Agganciando il suo sguardo, chiese: "Sei sicuro di volere questo lavoro?"

Stefano rimase stupito da quella domanda, avendo già realizzato, da quello diceva Alessandra, che non avrebbe mai ottenuto quel posto. Al tempo stesso ne fu contento, perché gli permetteva di prolungare la visione di quella meraviglia. Pensò che dovesse avere intorno ai 45 anni e che raramente aveva visto un corpo così esplosivo. Dal modo in cui era seduta, e dal modo in cui le unghie laccate di rosso sfioravano il nylon, riusciva nella non facile impresa di porsi come una donna di classe e al tempo stesso una gran porca. Le dimensioni del seno, poi, erano tali che non si poteva non immaginare di soppesarlo con tutte e due le mani prima di affondarci la faccia dentro.
"Assolutamente" disse sfoderando un sorriso che doveva averlo aiutato in passato a sfilare molte mutandine.
"Per un'opportunità del genere sono pronto a fare qualsiasi tipo di sacrificio".
Sofia si chiese se stesse parlando del posto di lavoro o altro.
"Alessandra, io penso che anche Stefano dovrebbe partecipare al prossimo giro di interviste" disse alzandosi in piedi e facendo finta di sistemare il vestito troppo corto.
La collega la guardò con un'espressione di gioia, come quella di una bambina a cui hanno appena regalato un gioco nuovo.
"Certo" disse anche lei mettendosi in piedi
"Ti chiameremo a breve per fissare il nuovo appuntamento" aggiunse accompagnandolo verso la porta.

Quando Alessandra tornò nella stanza, Sofia chiese "Cosa ne pensi di questi ultimi due?"
"Il primo è decisamente in gamba. De Dominicis non è un tipo semplice, ci vuole qualcuno che non si dimetta il secondo giorno di lavoro. Potrebbe essere proprio la persona giusta. Preparato, tranquillo. Mi sembra perfetto"
"E del secondo?"
Alessandra arrossì leggermente. "A parte il fatto che un figo eccezionale?" disse ridendo.
Guardando l'espressione seria di Sofia, Alessandra assunse un tono più professionale.
"Beh... non so...forse dovremmo ancora approfondire. Mi sembra che comunque abbia delle qualità" disse abbassando leggermente lo sguardo.
Sofia capiva benissimo cosa avrebbe voluto approfondire quella troietta. In ufficio sapevano tutti che se la faceva con il capo degli acquisti, un tranquillo padre di famiglia che in realtà se la scopava in hotel almeno due volte a settimana.
"Ok. Tu chiama il primo candidato e convocalo già per lunedì. Al secondo ci penso io"
Alessandra annuì accettando la punizione.
Nel tragitto verso casa Stefano cercò, senza riuscirci, di non pensare a quella donna. Gli aveva dato l'impressione di stare flirtando con lui, ma era veramente successo o era la sua immaginazione? Sarebbe stata presente anche al colloquio successivo? Sperava di si. Non sapendo il suo nome decise di chiamarla Arianna.
Sperava di poter vedere nuovamente le sue gambe e quegli occhi azzurri al tempo stesso innocenti e carichi di passione. Fantasticò su come dovesse essere completamente nuda. Era depilata? Che colore avevano le labbra quando aveva voglia?
Il fatto che fosse più grande di lui lo eccitava particolarmente. Chissà quanti l'avevano già avuta, quanti l'avevano cavalcata fino a svuotarsi dentro di lei. Godeva ad alta voce mentre la montavano? Sentì il cazzo gonfiarsi sotto i pantaloni. Pensò che fosse il caso di fare un salto da Sara per sfogarsi.

"Pronto Stefano?"
Erano tre giorni che aspettava quella telefonata e riconobbe subito la voce di Arianna.
"Sì, buongiorno" rispose cercando di rimanere calmo. Nonostante fosse quasi mezzogiorno, si era appena alzato dal letto e stava facendo colazione.
"Ti chiamo per l'appuntamento. So che il preavviso è scarso, ma riusciresti a venire questo pomeriggio alle 17,30?"
Stefano avrebbe detto di sì anche se gli avesse detto di presentarsi un quarto d'ora dopo.
"Uhmmm... sì, posso cancellare un altro impegno ed essere da voi senza problemi".
"Va bene, allora a questo pomeriggio. Puoi chiedere direttamente di Sofia Moretti quando sei alla reception"
"A dopo, grazie" disse lui mentre sentiva l'erezione crescere sotto i pantaloni del pigiama.
Sofia. Molto meglio di Arianna, pensò. Era al settimo cielo. Questo significava che sicuramente l'avrebbe rivista perché sapeva che l'altra collega si chiamava Alessandra.
Poi guardò il cellulare che ancora aveva tra le mani. La telefonata non era arrivata da un numero fisso. Possibile che l'avesse chiamato dal suo cellulare? Doveva essere un numero aziendale. "Nulla di strano", pensò. Ad ogni modo decise di salvarlo in rubrica.
Immediatamente fece una prova. "Vediamo se ha WhatsApp". Nulla. Cercando di scrivere a Sofia Moretti non risultava un destinatario disponibile. Con poche speranze provò con Telegram. Questa volta, invece, il tentativo ebbe successo. Per alcuni lunghi minuti rimase a fissare lo schermo senza sapere cosa fare. Cercò di mettere insieme le idee per capire se fosse il caso di mandare un messaggio oppure no. Non ebbe problemi ad ammettere con sé stesso che a lui di quel posto non fregava niente. L'obiettivo era portarsi a letto lei. Cosa sarebbe potuto succedere nella peggiore delle ipotesi? Che non l'avrebbero assunto, quindi...
Muovendo le dita velocemente scrisse "Grazie ancora per questa opportunità" e premette invio.
La risposta comparve poco dopo - "Sei stato veloce a trovarmi... mi raccomando di essere puntuale."
"Sapeva che l'avrei cercata" pensò mentre sorrideva. Cosa poteva scrivere ancora? Decise di essere sfrontato "Dopo ti va di andare a prendere qualcosa da bere?" Il cuore prese a battergli più velocemente.
"Non pensi sia meglio aspettare di vedere come va oggi?" lesse, anche questa volta, quasi immediatamente
Ormai era lanciato - "Già il fatto di rivederti è una cosa da festeggiare"
Senza rendersene conto aveva infilato una mano nel boxer per far scorrere la pelle e accarezzarsi le palle.
La risposta ci mise un pochino di più ad arrivare e, con terrore, nella testa di Stefano si affacciò l'idea che potesse aver esagerato.
Quando però lesse il messaggio dovette fermare per un secondo la mano.
"Hai coraggio"
"Ora o mai più", pensò, prima di inviare "Solo un drink"
Non arrivarono altri messaggi e non gli sembrò il caso di insistere. A questo punto non restava altro che aspettare e vedere cosa sarebbe successo.

L'attesa del momento in cui uscire da casa era stata snervante. Per ingannare il tempo aveva deciso di allenarsi. Continuò a fare esercizi finché i muscoli non chiesero pietà. Stanco e sudato entrò nella doccia e passò molto tempo sotto il getto dell'acqua bollente. Strusciando il sapone sulla pelle, guardò soddisfatto le vene in rilievo sul ventre che, superati gli addominali, sparivano sotto la pelle per poi ricomparire sul pene. Si asciugò con calma e quindi scelse con cura il vestito per l'appuntamento cercando di prestare attenzione a qualsiasi minimo dettaglio.
Il tragitto verso l'ufficio di Sofia richiedeva un viaggio di circa trenta minuti, ma considerato quello che lei aveva scritto, decise di uscire con largo anticipo.
Alle 17, infatti, era già sotto la sede. Vide molte persone uscire dal palazzo e poche, invece, entrarvi. Vide anche Alessandra allontanarsi con il passo svelto verso una macchina che si allontanò appena lei ebbe chiuso la portiera. Se non ci fosse stata Sofia, probabilmente, ci avrebbe provato con lei. Poteva essere una bella scopata, ma in quella situazione non c'era proprio partita tra le due. Sofia era mille volte meglio, e il sesso doveva essere un'esperienza sconvolgente con quel corpo da favola che si ritrovava.
Camminando avanti e indietro riuscì ad aspettare fino alle 17,20 quindi decise di entrare.
"Salve, ho un appuntamento con Sofia Moretti" disse alla mora riccioluta seduta al desk.
"Lei è?" gli chiesero due occhi neri come la notte.
"Stefano Ferrari"
Dopo aver parlato al telefono la ragazza si rivolse nuovamente a Stefano porgendogli una piccola carta di plastica.
"Dopo i tornelli prenda l'ascensore sulla destra - ottavo piano stanza 12"

Quando Stefano uscì dall'ascensore non dovette cercare la stanza perché Sofia lo stava già aspettando in corridoio. Se la volta precedente era uno schianto, vedendola, quel giorno, pensò che fosse fantastica.
Il vestito rosso aveva ceduto il posto ad un altro, molto più leggero, color rosa pallido e ricoperto da delicati motivi floreali. Ancora più corto del precedente, lasciava scoperte le gambe e le braccia, arrivando a chiudersi alla base del collo per fasciare il seno e la schiena. Quando si voltò per precederlo nella stanza, Stefano non poté fare a meno di notare la perfezione dei polpacci e dei glutei e l'ipnotico ondeggiare dei fianchi. Una volta entrati, Sofia chiuse la porta e gli indicò la sedia davanti alla scrivania.
"Bravo" disse quando fu seduta dall'altra parte del tavolo di vetro.
"Sei stato puntuale" aggiunse accavallando nuovamente le gambe e sistemandosi più comodamente sulla sedia di pelle nera, facendo sì che la stoffa, già corta, salisse ulteriormente quasi a mostrare l'intimo.
Stefano era in estasi. Alcuni fogli impedivano la visuale completa, ma le gambe, leggermente abbronzate, erano visibili in tutto il loro splendore. Sofia non era altissima, ma le proporzioni erano perfette.
Involontariamente si morse le labbra.
"Cerchiamo di capire se questo lavoro fa per te" disse Sofia cercando il suo sguardo. Gli occhi, messi in risalto dal trucco, gli sembrarono ancora più belli di quanto ricordava.
"Certo" riuscì solo a dire
"Sono curiosa. Parlami di questa esperienza nella pallanuoto"
Passando con lo sguardo dagli occhi alla bocca e poi al seno e poi di nuovo agli occhi, Stefano cominciò a raccontare.
"Ho iniziato che ero un ragazzino e non ho mai smesso. Ale medie e al liceo è stato molto difficile studiare e contemporaneamente allenarsi, perché ero tutti i giorni in acqua e nel fine settimana c'erano le partite. Le cose sono migliorate leggermente all'Università, ma i voti ne hanno sempre comunque risentito" disse sorridendo.
Sofia lo ascoltava con attenzione mentre con una mano accarezzava il ciondolo che le cadeva proprio sul seno.
"Ho giocato in tutte le categorie e anche in nazionale. Adesso sono in serie A ma sinceramente sono stanco. Non mi diverto più come una volta e penso che questo sarà il mio ultimo anno " concluse.
"Gli altri giocatori sono tutti come te?" chiese Sofia con uno sguardo malizioso.
Stefano sorrise.
"Beh sì...la pallanuoto sviluppa tutti i muscoli...".
"Poi le partite non sono uno scherzo" - continuò - "sopra e sotto l'acqua i colpi proibiti sono continui".
"Ahia" fece Sofia strizzando leggermente gli occhi a mimare una sensazione di dolore.
Stefano pensò che fosse una donna meravigliosa.
"Ti dispiace se fumo?" gli chiese.
"No, non ti preoccupare"
Sofia aprì una piccola scatola di metallo e, tirando fuori una sigaretta, la accese con un piccolo accendino argentato.
"Tu fumi?" fece porgendo la scatola verso Stefano
"No, non ho mai fumato"
"Proprio un bravo ragazzo..." disse mentre soffiava verso l'alto.
"Quindi vorresti bere qualcosa con me?" chiese sollevando un sopracciglio.
Le pupille di Stefano si dilatarono in maniera impercettibile. Non si aspettava quel cambio di argomento così repentino.
"O hai cambiato idea?" fece lei sorridendo
"Mi piacerebbe molto" riuscì finalmente a dire
"E poi? Cosa vorresti fare dopo?" - lo stava costringendo in un angolo, giocando come un gatto con il topo.
"Non lo so... non ci ho pensato" mentì Stefano
Sofia guardò i pantaloni e notò un leggero rigonfiamento. Le sarebbero bastati pochi istanti e, se avesse voluto, l'avrebbe fatto venire come un ragazzino. Di nuovo sentì una sensazione di onnipotenza.
"Mi hai preso per una che va con tutti?" chiese allungando una mano per toccare quella di Stefano poggiata sul vetro.
Quel contatto lo fece trasalire. Le sue dita erano morbide e non poté fare a meno di sognare di sentirle sulla schiena mentre la pompava con foga.
"No..." provò a dire lui
"Ma vuoi portarmi a letto o sbaglio?"
"Vorrei fare l'amore con te" disse Stefano sentendosi scoperto.
"Fare l'amore o scoparmi?" Sofia voleva esporre ogni sua ipocrisia
Stefano non rispose. Non si era mai trovato in una posizione del genere.
Sofia continuava a muovere le dita sulla sua pelle e con lo sguardo si beava di vedere l'erezione crescere ormai in maniera sempre più evidente.
"Hai pensato a come vorresti farlo?" chiese per torturarlo
Stefano capì che era inutile mentire
"Sì" rispose
"E come?" - Sofia non gli dava tregua
"Da dietro, mentre con le mani ti tengo per i fianchi e tu sei chinata in avanti"
"Continua" disse lei cambiando posizione delle gambe e portando una mano a sfiorare la stoffa tra le cosce.
Stefano cominciava a non capire bene cosa stesse succedendo. L'eccitazione stava avendo la meglio su di lui.
"Cosa devo dire?" chiese sinceramente frastornato
"Spiegami in maniera dettagliata come mi scoperesti" disse Sofia mentre le dita accarezzavano il punto più umido delle mutandine.
Stefano era allibito. Non sapeva cosa fare. Quella donna aveva preso completamente il controllo della situazione e tutta la sua sicurezza era scomparsa improvvisamente. Aveva paura di raccontare i suoi più inconfessabili desideri perché aveva l'impressione che lei li avrebbe usati contro di lui.
Come se Sofia fosse stata in grado di leggere la sua mente, gli disse "Non avere paura. Puoi dire tutto quello che vuoi. Rimarrò tra noi"
Stefano non riusciva a rimanere fermo sulla sedia tanto il cazzo era ormai gonfio dalla voglia.
"Adesso comincia" ordinò
Stefano cercò di descrivere quello che vedeva nella sua testa.
"Sei completamente nuda, tranne per le mutandine abbassate fino alla base del sedere."
"Vai avanti", disse Sofia chiudendo gli occhi per immaginare meglio quello che Stefano descriveva.
"Sei su un divano giallo. Le ginocchia sono poggiate sulla seduta mentre i gomiti poggiano sullo schienale. La schiena è leggermente inarcata e i capelli ti accarezzano le spalle"
"Continua" disse Sofia mentre sfiorava la fessura con le unghie.
"Sto guardando il tuo culo" riprese a raccontare Stefano accarezzando da fuori il cazzo ormai fuori controllo.
"E' grande, sodo, e sotto posso vedere le labbra gonfie, turgide. Sembrano un frutto maturo"
"Continua"
"Sulle mutandine, riesco a vedere le tracce dei tuoi umori. Avvicino il naso e le annuso. Hanno un odore acre, sento la tua voglia mista alle altre secrezioni. Con la punta della lingua cerco di sentirne anche il sapore. Voglio sentire il gusto della tua urina."
Aprendo i pantaloni, Stefano liberò il cazzo ormai pronto ad esplodere.
"Non smettere" disse Sofia mentre il tremolio delle labbra cominciava a tradire il piacere provato. Muovendo lentamente la mano lungo l'asta, Stefano riprese
"Ha un sapore forte. Con la lingua comincio a leccare tra le tue gambe come fossi un cane"
"Bravo, lecca la tua padrona" disse Sofia allargando leggermente le cosce.
"Sto leccando tutto. Con la punta della lingua raccolgo gli umori e poi li porto all'interno della bocca per sentire l'esplosione dei sapori. Ho cominciato ad assaporare anche l'altro buco."
Anche Stefano ormai adocchi chiusi, era perso in quell'altra realtà. Il membro, completamente eretto, era livido per il bisogno di schizzare il seme accumulato nelle palle. Le vene, gonfie per l'afflusso del sangue, sparivano e ricomparivano a seconda del movimento della mano che diventava sempre più veloce.
Sofia aprì gli occhi e lo vide masturbarsi. Il cazzo di Stefano era di notevoli dimensioni, privo di qualsiasi curvatura, terminava con una larga cappella che lo faceva assomigliare ad un succulento porcino.
Alzandosi in piedi, andò verso la porta e fece scattare la chiusura, quindi tornò indietro per sistemarsi, in ginocchio, davanti a lui.
"Continua a raccontare" gli disse mentre spostava le sue mani per dargli piacere con la bocca.
Stefano allargò le gambe e cercò di sistemarsi meglio con la schiena, quindi proseguì
"Sento il tuo sapore anche lì. Mi piace. Mi piace tutto di te. Adesso sono in piedi e riesco a vedere il tuo seno. E' enorme e pende come se aspettasse di essere munto. Vedo bene anche la tua schiena, la carne chiara e l'incavo della spina dorsale."
Sofia ascoltava mentre la testa continuava ad abbassarsi ed alzarsi per l'intera lunghezza di quel bastone. Man mano che Stefano proseguiva nel racconto, percepiva la pelle della cappella farsi sempre più liscia per l'eccitazione.
"Appoggio la punta alle tue labbra ed entro piano. Non faccio alcuna fatica perché sei un lago"
Sofia sfilò dalla bocca il cazzo per guardare l'espressione di godimento di Stefano.
"Dai comincia a scoparmi" disse mentre con una mano teneva le palle e con l'altra lo masturbava con forza, quasi fosse il membro di un toro da monta da cui estrarre il seme per la fecondazione delle vacche.
"Ti sto reggendo per i fianchi e ti sto scopando. Entro ed esco dalla tua fica e vedo il mio cazzo ricoperto di secrezioni. Quando entro vedo la tua pelle che si allarga e il mio cazzo scompare fino a quando la mia pelle non sbatte contro la tua. Stai gemendo."
Sofia sapeva che mancava poco. Allargò di nuovo la bocca per accoglierlo.
"Sto godendo anche io. Sento che sto per sborrarti dentro"
Sofia sentì il tremore partire dalle palle e trasmettersi per tutta l'asta, quindi avvertì il sapore della sborra nella bocca. Una serie di fiotti che le riempirono completamente le guance senza darle il tempo di ingoiare. Mentre cercava di mandarne giù il più possibile, sentì un rivolo cominciare a scendere lungo il vestito.
Si tirò indietro per cercare di non macchiare il tessuto e guardò Stefano.
Un'espressione di beatitudine era dipinta sul volto. Nell'estasi sembrava ancora più giovane di quanto non fosse.

Alzandosi in piedi Sofia cercò un fazzoletto per asciugare le gocce di sperma che ancora le bagnavano le labbra, quindi disse
"Ferrari, direi che la prossima settimana possiamo rivederci per l'incontro successivo."
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